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News

“Un minimo rischio rimane”

13.12.2017

Markus Waldner, direttore di gara FIS, parla con la redazione-Saslong a riguardo delle novità sulla sicurezza nelle gare di Coppa del Mondo e dell'importanza che una pista sia preparata nel migliore dei modi.

Signor Waldner, la sicurezza nelle gare di sci è attualmente sulla bocca di tutti. Quanto può essere sicura una gara di Coppa del Mondo?
Guardi, posso dire con chiara coscienza che le gare di Coppa del Mondo soddisfano le più alte misure di sicurezza. La sicurezza è un argomento molto complesso, perché oltre alle reti ci sono anche tanti altri fattori, come, ad esempio, la preparazione della pista. La situazione più sicura prevedere piste con tanto spazio per la sicurezza e la caduta, cosa che purtroppo non sempre abbiamo. Specialmente le più vecchie piste di Coppa del Mondo sono strette. Quando oggi omologhiamo una nuova pista, questa deve avere una larghezza minima di 60 metri. In alcuni casi, le più vecchie piste di Coppa del Mondo hanno sezioni larghe solo 20 metri”.

Lo standard di tutte le piste di Coppa del Mondo è lo stesso?
Per la maggior parte sì. Ci sono diverse aziende che installano le reti, la cui qualità a volte può variare leggermente. Tutte, però, hanno ottime certificazioni e cercano sempre di migliorare costantemente. E' molto importante l'impostazione delle reti. In questo senso sono molto critico e osservo ogni dettaglio, anche il più piccolo, con l'occhio di un'aquila. Se non è tutto perfetto, non faccio partire la gara. Un rischio minimo però c'è sempre... Sì, naturalmente. Lo sci è uno sport di velocità, e quindi è difficile garantire il 100% di sicurezza. Entrambi gli incidenti recenti lo dimostrano. Da questo noi abbiamo imparato e cerchiamo di rendere le piste più sicure possibili per gli atleti. Anche alle piste di riscaldamento, dove gli atleti si preparano prima delle gare, prestiamo molta attenzione. Queste non hanno gli stessi standard di sicurezza come le piste di gara. Qui decido io, assieme agli allenatori, di gara in gara, come procedere. Se una pista per il riscaldamento non sembra sicura, perché ad esempio è circondata da un gruppo di alberi, gli atleti devono scaldarsi sulla pista di Coppa del Mondo, oppure assolvere “solo” uno slalom gigante d'allenamento. Consapevolmente cerchiamo di evitare ogni rischio che si potrebbe trovare lungo la strada. Con attenzione e lungimiranza una pista può essere resa meno pericolosa per esempio con alcune modifiche della tracciatura.

Perché nelle piste per il riscaldamento o per l'allenamento non ci sono le stesse misure di sicurezza che vengono garantite nelle piste di gara?
Molto semplice: perché per motivi tecnici, logistici ed economici non è possibile. L'alta sicurezza di cui necessita una gara di Coppa del Mondo costa centinaia di migliaia di euro e centinaia di persone che devono preparare le recinzioni e le piste.

Un perfetto sistema di soccorso in caso di emergenza deve essere possibile, o?
Sì e no. Purtroppo non è proprio così. Il servizio di soccorso funziona molto meglio in Europa che, ad esempio, in America. Nelle gare in Val Gardena, Kitzbühel, Wengen e nel frattempo anche a Kvitfjell un medico e un elicottero in pochi minuti possono essere sul posto quando si verifica un incidente. A Kitzbühel durante una gara abbiamo avuto tre elicotteri per tre incidenti. Questo è in assoluto il top, quello che mi auguro. Negli Stati Uniti e in Canada purtroppo si applicano altre leggi che non sempre ci soddisfano. Lavoriamo però per assicurarci che tutto sia fatto per la sicurezza degli atleti. Però, come detto, un rischio minimo c'è sempre, sulla Saslong, come sulla Streif.