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Aleksander A. Kilde: “Voglio vincere il Super G“

10.12.2018

 

Aleksander Aamodt Kilde, il vincitore del Südtirol Ski Trophy 2017, è pronto a dare battaglia Ha 26 anni e sta cercando di farsi spazio tra i suoi connazionali che fanno incetta di vittorie: Aleksander Aamodt Kilde, nel 2015, proprio in Val Gardena, è salito per la prima volta su un podio di Coppa del Mondo. Nello stesso anno ha vinto anche la Coppa del Mondo di specialità (Super G). Sta ancora studiando per diventare tra i migliori al mondo e nel futuro punta alla sfera di cristallo.

Kilde, come ci si sente a essere il successore del suo connazionale Kjetil Jansrud come vincitore del Südtirol-Ski-Trophy?
Sono molto soddisfatto di questo premio. E‘ una splendida iniziativa che valorizza gli atleti abili sia nelle prove tecniche che veloci. Purtroppo in Coppa del Mondo non sono tanti e questo è un vero peccato.

Come mai c’è una carenza di “allrounder“, gli atleti polivalenti?
Il motivo è semplice: manca il tempo. Tempo che non è mai abbastanza per allenarsi al meglio sia nelle discipline veloci che tecniche. Io mi vedo al meglio nella velocità, ma vorrei crescere e migliorare anche in gigante. Nelle gare veloci cerco di trarre sempre vantaggio dall’allenamento tecnico. Ormai è necessario specializzarsai sempre di più.

Quali sono le maggiori differenze tra gli allenamenti tecnici e quelli di velocità?
Le differenze sono geografiche e logistiche: per gli allenamenti di discesa ho bisogno di piste lunghe e di diversi allenatori lungo il percorso per analizzare la discesa. Un allenamento di slalom è più semplice: è sufficiente un tratto che si possa coprire in 30 secondi e che si possa ripetere più volte. Combinare queste due varianti di allenamento purtroppo è praticamente impossibile. Non ci si può trovare contemporaneamente in due posti diversi.

Come è diventato un discesista?
Come tutti i giovani sciatori ho iniziato con lo slalom speciale e il gigante. Gradualmente mi sono avvicinato alle piste più veloci e mi sono sentito subito a mio agio, migliorando rapidamente. Dopo una stagione positiva in Coppa Europa, mi sono trovato catapultato in Coppa del Mondo e mi sono dovuto adattare velocemente. Nel 2015, in Val Gardena, sono salito per la prima volta sul podio di una gara di Coppa del Mondo. E‘ stato un risultato storico per la Norvegia con la vittoria di Aksel Lund Svindal davanti a Kjetil Jansrud, secondo, e a me, che sono arrivato terzo. E‘ stato sicuramente uno dei giorni più belli della mia carriera!

La Norvegia da tempo ottiene risultati importantissimi nelle discipline veloci. Però nella vostra terra non ci sono piste di discesa…
Sì, è vero. In Norvegia non è semplice diventare discesisti. Un giovane atleta inizia con le discipline tecniche e poi lotta, passo dopo passo, per trovare spazio nelle discipline veloci. I giovani norvegesi nel confronto internazionale sono un po‘ indietro, ma a livello nazionale la concorrenza e la pressione sono minori. Un giovane discesista in Norvegia viene preparato con cura. Si fa più qualità che quantità. Al vertice, poi, ci sono sempre atleti di livello mondiale, dai quali i giovani possono imparare tanto. L’esperienza, poi, è fondamentale in uno sport come la discesa.

Esperienza significa trovare il giusto feeling con la velocità e fare esperienza sulle piste di Coppa del Mondo, giusto?
Sì, proprio così. Nei primi anni finivo dietro con 5 o 6 secondi di ritardo, ma anno dopo anno sono migliorato. Adesso posso lottare per un posto tra i primi. E‘ un grande vantaggio conoscere le piste e sapere cosa ti aspetta dietro alla prossima curva. Quanto sono importanti per lei compagni di squadra come Svindal e Jansrud? Da entrambi ho imparato davvero tanto da quando sono nel gruppo di Coppa del Mondo. Danno sempre tutto in ogni allenamento e per questo motivo anche io devo essere sempre concentrato. Spesso è capitato che riuscissi a tenere il loro passo in allenamento, ma non in gara. Nel frattempo sono riuscito a migliorarmi e sono riuscito a batterli anche in gara, però devo ancora lavorare sulla continuità.

Quali sono i suoi obiettivi nella stagione attuale?
Il 2016/2017 per me è stato un anno difficile ed è per questo che ho tanta voglia di riscatto. Non voglio, però, guardare troppo in là. Preferisco concentrarmi su ogni singola gara. La preparazione è andata bene e per questo sono fiducioso. Il suo obiettivo in Val Gardena? Voglio vincere il Super G! La Saslong è una delle mie piste preferite. E‘ veloce, si sta molto in aria. Per me Val Gardena significa anche tornare in Europa e che il Natale è alle porte. Mi piace sempre ricordare le sue montagne e il paesaggio delle Dolomiti. Poi in testa ci sono alcune piccole cose che non scordi, come l’hotel o il cibo, ad esempio. Entrambi in Val Gardena sono fantastici! La cosa più importante, comunque, è la sensazione che in Val Gardena si prova quando si è in pista e i momenti speciali che ti accompagnano. Come il ricordo del Super G del 2015, il mio successo più grande.

Un paragone tra lo sci in Scandinavia e sulle Dolomiti?
Le Dolomiti e tante altre zone sciistiche dell’Europa centrale offrono molte più possibilità. In Norvegia sono più limitate. In Scandinavia c’è molta più neve, perché il clima è più umido. Però i giorni sono più corti e le temperature più basse. Le condizioni sono diverse e bisogna adattarsi.

Fa un pensierino alla Coppa del Mondo generale?
Sì, da quando gareggio in Coppa del Mondo, la sfera di cristallo è il mio grande obiettivo. Tra qualche anno vorrei arrivare a lottare per questo traguardo, ma adesso non sono ancora così vicino. Vorrei continuare a lavorare su di me e concentrarmi gara dopo gara. Penso che gli anni migliori siano ancora davanti a me. Ho 26 anni e attraverso una fase di studio. Qualche volta riesco a stare tra i primi, ma devo ancora fare esperienza. E‘ dai 30 anni in poi che un discesista vive i suoi anni d’oro.