Parte 2: curiosità sulle passate 54 edizioni della Saslong Classic
Storie di vittorie trionfali e di sconfitte non meno memorabili. Di trucchi, salti audaci e discese folli. Di animali che si sono persi sulla pista. L'elenco degli aneddoti che precedono la 55ª Saslong Classic e la 100ª gara di Coppa del Mondo sulla Saslong è lungo. Ecco per voi la seconda parte di una selezione di dieci curiosità tutte da gustare.
L'uomo sensazionale del Liechtenstein
È una sorta di legge non scritta: chi è in testa in una gara di discesa libera di solito può rilasciare le prime interviste da vincitore non appena il pettorale numero 30 ha raggiunto il traguardo. Che l'eccezione confermi la regola sarà dimostrato venerdì 17 dicembre 1993. Marc Girardelli ottiene il miglior tempo con il pettorale numero 30 in 2.09,21 minuti. Questo sarebbe il suo primo trionfo sulla Saslong. Ma la pista sta diventando sempre più veloce grazie al sole nella parte superiore. Risultato: Werner Franz, partito in 52ª posizione, è più veloce di Girardelli di 12 centesimi di secondo. Le sorprese però non finiscono qui. Markus Foser, atleta che veste i colori del Liechtenstein, supera il traguardo con 0,19 secondi in meno rispetto a Franz. Lo stupore è totale! E il suo record è ancora valido: fino ad oggi, nessuno ha vinto una gara di Coppa del Mondo con un numero di partenza così alto come Markus Foser.
Razzi sotto le lamine francesi
La neve era particolarmente veloce? Antoine Deneriaz aveva abilità fenomenali nello scivolare sulla pista? O il francese aveva forse il materiale perfetto? Si trattò di un mix di tutti questi elementi? Il fatto è che quel sabato 20 dicembre 2003 Deneriaz percorse il tracciato gardenese come se fosse sulle rotaie. All'arrivo al Ruaccia il futuro campione olimpico di discesa libera segnò il tempo più veloce mai ottenuto sulla Saslong: 1:52.99 minuti. Per la seconda volta consecutiva, il francese relegò al secondo posto della gara nientepopodimeno che Michael Walchhofer, che negli anni successivi festeggiò un totale di quattro vittorie nella classica di velocità altoatesina (due ciascuna in super-G e discesa).
Balla coi caprioli
Armin Assinger, leggenda dello sci ed esperto televisivo da molti anni, sabato 18 dicembre 2004 durante la diretta ORF non riesce a crederci: "Guardate, guardate, guardate, cosa c'è in pista? Un capriolo. Un capriolo nello schuss finale. Guardate!". Al suo fianco, il non meno sbalordito e almeno altrettanto leggendario reporter Robert Seeger: "Sta correndo qui sotto, lungo lo schuss finale". Pochi istanti dopo, arriva al traguardo anche Kristian Ghedina. Il popolare sciatore di Cortina non riesce ad ottenere la quinta vittoria sulla sua pista preferita, con la quale avrebbe battuto il record di Franz Klammer e sarebbe diventato l'unico detentore del primato. Ma i titoli dei giornali sono comunque tutti dedicati a lui e al suo inusuale incontro con il capriolo. Il vincitore della gara è Max Rauffer, che festeggia la prima e unica vittoria in Coppa del Mondo di un atleta tedesco nella discesa libera.
Una sola bandiera sul podio
Per la seconda volta nella lunga storia della Saslong Classic venerdì 18 dicembre 2015 salgono sul podio degli atleti di un solo Paese. I norvegesi Aksel Lund Svindal, Kjetil Jansrud e Aleksander Aamodt Kilde fanno jackpot nel super-G. La prima tripletta, invece, risale al 2004, quando nel super-G si classificarono ai primi tre posti gli austriaci Michael Walchhofer, Hermann Maier e Benjamin Raich.
Il weekend perfetto
Negli ultimi anni quando la Saslong Classic si svolge nei giorni del 18 e 19 dicembre non c'è modo di battere i norvegesi. Il 18 e 19 dicembre 2015 è il momento di gloria di Aksel Lund Svindal che, lasciandosi tutti alle spalle, vince sia in Super-G che Discesa libera. Esattamente cinque anni dopo, il 18 e 19 dicembre 2020, Aleksander Aamodt Kilde si impone in Val Gardena come il più veloce in entrambe le discipline. Altre tre ex stelle dello sci possono vantare vittorie sia in Super-G che in Discesa libera nella classica altoatesina, anche se mai nello stesso anno: lo svizzero Pirmin Zurbriggen, il norvegese Lasse Kjus e l'austriaco Michael Walchhofer.